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Il contesto

Da un punto di vista strutturale, nel territorio, si evidenziano pregevoli testimonianze del passato visibili nelle costruzioni; tra i vicoli del centro storico, infatti, si possono incontrare, tra edifici monumentali, edifici fatiscenti e zone in fase di ristrutturazione. Ciò ha comportato nel tempo la modifica della fisionomia dei residenti mentre si è mantenuto costante l’incremento di immigrati provenienti da paesi extraeuropei, africani ed asiatici, che rendono eterogenea la morfologia identitaria della popolazione.

Tale realtà si riflette conseguentemente sulle caratteristiche della popolazione: i bambini e gli adolescenti che frequentano le scuole del Centro Storico provengono, in alcuni casi, da ambienti familiari multiproblematici, dove l’incalzare della disoccupazione produce talvolta forme d’illegalità e allo stesso tempo, ingigantisce sempre più la sfiducia nelle Istituzioni; in altri casi provengono da realtà familiari più stabili appartenenti alla media borghesia cittadina che si è trasferita nelle zone ristrutturate del centro storico cittadino.

L’organizzazione del tempo pieno con attività pomeridiane ha riconsegnato alla scuola il ruolo di agenzia educativa permanente, fruibile oltre che dagli alunni, dalle famiglie e da operatori esterni.
Gli interventi formativi sono stati programmati in modo tale da riuscire a dare di più a chi parte con meno nella vita, nella consapevolezza che la scuola è il luogo istituzionalmente deputato a fungere da leva precoce di emancipazione e riequilibrio sociale; l’organizzazione scolastica deve quindi sapere integrare studio, esperienza, riflessione ben organizzata sul mondo e su sé per far divenire la scuola, per quanto possibile, un “luogo salvo in cui curare le ferite sociali ed emotive”. La permanenza nell’Istituto della maggior parte del corpo docente, poi, e la continua formazione e la professionalità raggiunta hanno creato un’équipe pedagogica altamente qualificata.

L’organizzazione scolastica così pianificata – scuola a tempo pieno, pluralità e contitolarità delle figure docenti – ha garantito agli alunni la possibilità di porsi in relazione con una molteplicità di ruoli preparandoli di fatto, anche in carenza di figure parentali di riferimento, ad affrontare la complessità della società moderna. Il compito della scuola, infatti, non è quello di trasmettere informazioni e replicare un “prodotto” già prefigurato ma creare situazioni problematiche – in un’ottica di problem solving e di educazione al “pensiero divergente” – in cui l’alunno sia attivo e creativo costruttore della propria formazione. In questo senso gli interventi formativi non vengono intesi come mera trasmissione di contenuti ed informazioni ma implicano la formazione di una personalità critica e creativa che sappia mettere in discussione e non accetti passivamente i dati dell’esperienza.